Arte è mito, mito è arte, stessa creazione
divinatoria, stessa pratica fabulatoria dell’umanità in questa
di se stessa. Se
si tratta della celebrazione dei miti fondatori di società, di dii, dell'uomo,
della natura, del realismo, astrazione, cubismo, suprematismo,
costruttivismo, surrealismo, necessità interna o magia numerica, se si pratica
nell’architettura, il teatro, la musica, la letteratura, la filosofia, la
danza, la performance o la pittura, l’arte richiama sempre il mito supreme
della creazione divina o ne racconta i grandi conti umani che pretendono incarnare.
In quanto si chiede domande a se stesso o a la società che lo celebra, l’arte
sociologico diviene mitanalitico.
Non è una novità. L’arte/mito porta lo
sguardo nell’archeologia del presente cosi del futuro. Ne ho parlato a partire
di 1979 all’occasione di una performance al Centro Pompidou dove annunziavo che
« La Storia dell’arte era conclusa».
Gennaio 2013